lunedì 9 dicembre 2013

Invece #stravinceRenzi. [Pensieri molto sparsi]

Il #vinceCivati è stato solo un bel gioco su twitter, un gioco che, a un certo punto, devo ammetterlo, mi ha fatto immaginare che si sarebbe potuto realizzare davvero, ieri.
Ma lasciatemi perdere, io sono solo una sognatrice.
Una che a innamorarsi delle idee ci mette tre secondi netti, o forse meno.
Una che inizia un po' diesel e poi finisce che ci crede con tutta se stessa.
E ci rimane male quando il politico di cui si era innamorata non vince. A dir la verità mi succede sempre.
Con Nichi Vendola l'anno scorso.
Con Pippo Civati quest'anno.
Ma verrà un giorno in cui il mio voto contribuirà a una vittoria. [Lo spero, almeno.]

Non mi aspettavo un plebiscito di queste proporzioni per Matteo Renzi, la vittoria era più che prevista, ma, a nostre spese, abbiamo visto che tante volte i sondaggi non ci hanno azzeccato. Stavolta, che avrei voluto non ci azzeccassero, erano giusti. Matteo Renzi ha davvero stravinto e Cuperlo s'è preso un treno in faccia. E Civati, be', per lo spazio che gli hanno dato tv e giornali sarebbe potuto andare molto peggio, ma comunque io mi aspettavo (o sognavo) percentuali migliori.
Alla vigilia mi immaginavo un Renzi quasi al 50%, e Cuperlo e Civati quasi pari, anche se ovviamente, nei miei piani, la spuntava il mio affezionatissimo. E poi ci sarebbe stato un bel ballottaggio tra due visioni politiche completamente diverse, ma che avevano mosso i primi passi importanti nella politica nazionale insieme, con quella Leopolda di qualche anno fa snobbata da chi ha fatto del Pd proprietà privata da decenni. Invece oggi quella Leopolda è maggioranza, una maggioranza schiacciante. Civati e Renzi insieme superano l'80% di preferenze. Chi li ha votati, credo, è stato mosso dallo stesso sentimento, dalla stessa voglia di cambiamento. Non era Cuperlo che non andava bene, era il fatto che lui rappresentasse una classe politica stanca e inutile, per niente disposta a lasciare la poltrona. Magari lui era migliore di quelli che l'hanno candidato come un bamboccio adatto a espiare le loro colpe, ma la verità è che non mi sono neanche presa mai la briga di scoprirlo, mi bastava quello che diceva D'Alema e anche il modo in cui lo vendevano i suoi elettori. L'idea di votare una persona non tanto perché ha un bel programma, delle idee condivisibili, un progetto importante, ma solo per arginare l'ascesa di qualcun altro, che in ogni caso sarebbe anche dello stesso partito, mi fa ribrezzo.
Non mi piace la politica contro.
Mi piace la politica per.
Non ha avuto senso fare per vent'anni campagna elettorale contro Berlusconi e non ha avuto senso farla per mesi contro Matteo Renzi.

Che succede da oggi?
Boh, figuriamoci se lo so. Renzi dovrebbe già aver presentato la segreteria, ma non mi sono ancora per niente informata.
Che cosa mi aspetto dal neosegretario la cui elezione è stata pressoché un plebiscito? Ben poco. Renzi non gode della mia fiducia, oltre al fatto che ho idee politiche molto diverse dalle sue. Oh, fa dei discorsi bellissimi, si inventa le Francesche ed è toscano (e io adoro i toscani), ma, come dire, per me lui puzza enormemente di paraculaggine. È quel genere di uomo di cui non vorrei mai innamorarmi, perché probabilmente non riuscirei mai a fidarmi fino in fondo e aspetterei con ansia il momento in cui mi tradirà. Renzi è un ambizioso, presuntuoso, a tratti arrogante, uno che ha dimostrato di avere coraggio nel mettere la faccia in una battaglia di rottamazione che, all'inizio, non sembrava affatto realizzabile. Certo, forse il coraggio vien da sé quando hai alle spalle certi finanziatori.
Comunque. Se le alternative ieri fossero state solo Renzi e Cuperlo non sarei andata a votare, ma se fossi stata proprio costretta a scegliere avrei scelto Renzi. Più per quello che rappresentava una volta che per quello che lui è oggi.
All'inizio, in realtà, mi piaceva. Mi piaceva l'idea di cui si era fatto portavoce: rottamare chi sta lì da decenni.
Credo che sia ancora quella l'immagine a lui più legata, oltre a quella cena ad Arcore, oltre all'essere un ipotetico Berlusconi di sinistra, forse portavoce di troppe promesse e di un po' di demagogia, ma vincente.
Per me il vero cambiamento sarebbe stato Pippo Civati, ma credo che qualcosa dovrà cambiare per forza di cose anche Matteo Renzi. Altrimenti nel giro di poco tempo non sarà più credibile nemmeno lui e quei milioni di voti evaporeranno e arriverà qualcun altro a rottamarlo, magari ancora proprio D'Alema, chissà.
Nonostante tutte le pecche politiche, ognuno ha le sue idee d'altra parte, considero Matteo Renzi molto più intelligente e furbacchione di Beppe Grillo, perciò credo proprio che lui non sciuperà il consenso ottenuto ieri, non resterà in un angolo a puntare il dito contro gli altri fingendo di non farne parte. Da questo punto di vista, io penso che il nuovo segretario del più grande partito di sinistra italiano (finché non tornerà a essere la solita Dc, si intende) una scossa proverà a darla. È costretto a fare qualcosa subito. E di questi tempi, di fronte a questo governo immobile che passa i mesi cercando di eliminare l'Imu, senza neanche riuscirci davvero, qualsiasi movimento è, per me, ben accetto. Tutto è meglio di questo.
E se siamo finiti al punto in cui siamo non è colpa di Matto Renzi, cavolo. Se la sinistra non esiste non è colpa sua. Lui vent'anni fa era alla Ruota della Fortuna, mica già in Parlamento o ai vertici di qualche partito. Su questo punto lo difendo senza se e senza ma. Quando D'Alema lo accusa di essere un pericolo per la sinistra, fa bene lui a dirgli che sono loro, D'Alema e company, ad aver ridotto la sinistra italiana a questa cosa informe e perdente. Poi certo, Renzi non rappresenta la mia idea di sinistra, ma è stato ampiamente votato e il voto va sempre rispettato.
Tutto sommato da oggi il Pd torna a essere per me quello che è sempre stato, cioè non il mio partito.

Non l'avevo comunicato a nessuno, non lo avevo scritto da nessuna parte, ma mi ero detta che se Civati fosse riuscito nella mission impossible avrei seriamente iniziato a pensare di prendermi una tessera politica. Possibile che non ne ho mai avuta una? Invece niente, dovrò aspettare ancora, un altro giro di giostra, altre primarie. Forse dovrò aspettare che Pippo Civati esca da quel cavolo di partito che non ha niente di sinistra, ma lui ci tiene troppo, lo so, quindi non uscirà per il momento. E poi fondare un altro, ennesimo, partito, servirebbe a qualcosa? Mi sa di no.

Ah, che delusione. Che amarezza. Che tristezza.
Voglio sperare che Matteo Renzi sia in grado di farmi ricredere. E poi voglio credere, fortissimamente credere (e su questo ho molti meno dubbi), che per il nostro amatissimo #civoti il meglio debba ancora venire (tanto per usare un'espressione moooolto renziana). Non so come, non so dove, non so quando, ma mi fido di Pippo Civati.

Ma voi lasciatemi perdere, io sono solo una sognatrice.

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